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Alfredo Giannoni

Alfredo Giannoni nasce a Novara nel 1862 da Paolo e da Adele Gatti, entrambi appartenenti a una famiglia di estrazione piccolo borghese relativamente agiata. Sull’esempio dei fratelli, entra a far parte dell’amministrazione dello stato lavorando come impiegato presso le ferrovie del regno d’Italia; al contempo dimostra uno spiccato interesse enciclopedico-erudito di stampo positivista nei confronti della cultura e dei documenti storico-artistici, accompagnato alla volontà di rafforzare la propria posizione sociale nell’ambito della realtà novarese. Tra il 1903 e il 1912 affianca al proprio impiego la gestione del Teatro Faraggiana, alternando ai tradizionali spettacoli d’intrattenimento altri di maggiore impegno culturale.
Nel corso del primo decennio del secolo Alfredo Giannoni consolida anche la propria situazione economica subentrando alla madre nella proprietà del negozio di oreficeria di famiglia abbandonando il lavoro nelle ferrovie. Grazie a una maggiore disponibilità di denaro e di tempo, si dedica anche ad attività finanziarie che, proseguendo negli anni, gli permettono di accreditarsi come banchiere. Celibe per scelta, dopo il 1900 Alfredo Giannoni inizia a interessarsi anche al collezionismo d’arte del suo tempo costituendo attraverso gli anni una cospicua raccolta di pittura e scultura italiana, inizialmente ospitata nella propria dimora di via Carlo Alberto 2. Anche attraverso l’amicizia con Alessandro Viglio, dal 1917 direttore dei Musei Civici di Novara, negli anni Venti matura e si attua il progetto di donare la raccolta al Comune ospitandola nelle sale dell’antico Broletto: le opere entrano così a far parte del patrimonio pubblico novarese in tre momenti diversi, nel 1930, nel 1935 e nel 1938.
Alfredo Giannoni muore a Novara nel 1944 all’età di 82 anni.