Bozzetto per il quadro "Cesare Borgia e Nicolò Machiavelli"

Federico Faruffini
Bozzetto per Cesare Borgia e Niccolò Machiavelli
1864 circa
Il piccolo olio rappresenta una fondamentale testimonianza del percorso di elaborazione della grande tela legazione di Niccolò Machiavelli, cittadino e segretario fiorentino, a Imola per incontrare Cesare Borgia, Duca Valentino, dipinto capitale per il tentativo dell'artista di rinnovare il genere storico attraverso l'adesione al colorismo e all'eclettismo di Domenico Morelli. Tuttavia, la meditata elaborazione di quest'opera si legge bene nella scelta di adottare per la redazione finale, una soluzione maggiormente dinamica di quella documentata dal Bozzetto della Giannoni che sembra costituire il primo esito delle riflessioni di Faruffini sul soggetto. Qui, i due protagonisti sono ripresi frontalmente e per la figura del Valentino l'artista non ha ancora messo a punto la posa tracotante che utilizzerà nella versione definitiva. Manca inoltre il grande finestrone e quei particolari d'arredo che contribuiscono al particolare colore storico del quadro definitivo. Nelle corde del miglior Faruffini è invece il rilievo assegnato alla luce nel modellare le cromie e nel costruire le forme e già si intuisce quell'effetto di controluce che sarà sviluppato, fornendo alla redazione finale quel carattere teatrale e melodrammatico che nelle svelte figure del modelletto movarese è soltanto adombrato.