Nato a Napoli nel 1836 dal noto pittore di interni monumentali Vincenzo, attivo alla corte della Duchessa di Berry, si forma presso il padre, frequentando poi l'Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Grigoletti fino al 1853, quando ritorna a Napoli. Qui lavora con il padre fino alla spedizione dei Mille, alla quale partecipa perdendo un occhio nella battaglia del Volturno. Giunto a Firenze nel 1860, Abbati si avvicina ai pittori progressisti che si riuniscono al Caffè Michelangelo. Il pittore entra subito nel vivo del Movimento macchiaiolo, distinguendosi per alcuni “interni” delle chiese fiorentine, dipinti con una sobrietà di rapporti e un impianto solido di figure nell'architettura. Nel 1861, con il dipinto “Interno della Chiesa di San Miniato al Monte” il pittore ottiene una medaglia alla Prima Esposizione Nazionale di Firenze. Tra il 1861 e 1866 Abbati soggiorna a Castiglioncello dove realizza alcuni dei suoi capolavori. Nel 1866, dopo aver preso parte, volontario, alla Terza Guerra d'Indipendenza e reduce dalla prigionia in Croazia, Abbati si trasferisce presso l'amico Martelli, a Castelnuovo della Misericordia, località dell'entroterra di Castiglioncello per dedicarsi con serenità alla pittura. Il pittore muore Firenze il 21 febbraio 1868.
Baldaccini, 1947, tav. VI;
Durbè, 1983, tav. 102, pp. 171, 233;
Piero Dini, Giuseppe Abbati, L'Opera Completa, p. 307, n. 151;
P. L. Cassietti, Il mio Ottocento, Novara, 2014, pp. 70-71;
P. L. Cassietti, Il mio Ottocento, Novara, 2018, pp. 72-73
D. Dubrè, Fattori e la scuola di Castiglioncello, vol. II, Roma 1983, tav. 106, pp. 172, 175, 233;
P. Dini, Giuseppe Abbati. L'opera completa, ed. Allemandi, Torino 1987, tav. 32, p. 236;
P. L. Cassietti, Il mio Ottocento, Novara, 2018, pp. 74-75