Senza lavoro

1898-1899

Scultura

In esposizione, Sezione 2 - Dal racconto del passato alla registrazione della vita moderna,
Numero di inventario GG 4

Descrizione

Il gesso dal quale deriva la versione delle Collezioni fu esposto alla seconda Triennale di Brera del 1894. L’opera era stata concepita per la prima Triennale del 1891: un incidente, durante i lavori di scarico della scultura nella stazione di Milano, ne causò la distruzione e l’autore si trovò costretto a rifarla integralmente. Le Triennali del 1891 e del 1894 rappresentano un momento nodale per l’affermazione di una tendenza, trasversale per stili e tecniche, centrata su motivi di schietta attualità: una produzione d’impegno e, talvolta, di denuncia sociale che si divincola dagli attardati modelli iconografici post-romantici. È in questo milieu che si inserisce l’opera di Ramazzotti che, in occasione della rassegna milanese del 1894, insieme a Senza Lavoro, espone, tra gli altri, il gesso Carolina la cuoca della cucina dei poveri connesso, probabilmente, alla partecipazione dello scultore alle decorazioni artistiche, sovraintese da Lazzaro Pasini, della Cucina dei malati poveri esposte alla Mostra Operaia delle Esposizioni Riunite. Senza lavoro raffigura un operaio che, a torso nudo, stringe il pugno con una forte tensione morale che si riflette nella contratta muscolatura del braccio e del busto, ai suoi piedi, un’incudine e un martello alludono alla fatica del lavoro. Il nucleo emotivo dell’opera – nel primo gesso del 1891 e nel secondo esposto nel 1894 – ruotava attorno al corpo, segnato dalla fame nell’estrema magrezza, di una bambina che giaceva ai piedi dell’operaio e che Ramazzotti tralascia in questa versione. L’opera si caricava, così, di un forte patetismo: non la denuncia della fatica del lavoro, per quanto gravoso, ma il dramma umano e sociale del diritto al lavoro come difesa e tutela della sopravvivenza. Epurata da questa concessione al narrativo, nel ridare forma al tema, Ramazzotti opta per una modellazione larga, distante da insistenze descrittive, che enfatizza la monumentale vigoria fisica dell’operaio nobilitata, più che fiaccata, dal lavoro. Un’immagine diversa rispetto allo Spartaco di Ripamonti dove il lavoratore è rappresentato fisicamente abbrutito: il viso contratto e fiero, il gesto volitivo del pugno chiuso e la poderosa presenza fisica del padre rendono il senso di una lotta per la vita conferendo una dimensione eroica all’operaio moderno.

Dettagli opera

Titolo
Senza lavoro
Autore
Serafino Ramazzotti (Sozzago Novarese (Novara) 1846 - 1920 Sozzago Novarese (Novara))
Data
1898-1899
Tecnica
scultura in gesso
Dimensioni
198 x 80 x 79
Classificazione
Scultura
Provenienza
Donazione Famiglia Ramazzotti
Numero di inventario
GG 4

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