
Restauri
Il riallestimento della Galleria Giannoni, tra le tante migliorie, ha reso necessari interventi di manutenzione delle opere prescelte dai curatori, da anni non esposte al pubblico e quindi bisognose delle cure dei restauratori; necessità che si è tradotta in felice occasione per garantirne la corretta conservazione, ma anche approfondirne la conoscenza e migliorarne la fruizione. Quando il nuovo progetto di allestimento è stato approvato la Soprintendenza, insieme ai restauratori incaricati dal Comune, ha condotto alcuni sopralluoghi preliminari per valutare le diverse criticità e modalità di intervento. I lavori sono stati resi possibili grazie alla fruttuosa collaborazione tra istituzioni, l’Ente di tutela e il Comune, l’Associazione METS, che con liberalità ha sostenuto finanziariamente parte dei restauri e la professionalità di diversi restauratori ed esperti di diagnostica.
Alcuni restauri particolarmente significativi:
La "Pensierosa" di Bresciani
L'intervento di restauro è stato tra i più felici ma anche il più complesso ed enigmatico. Al momento del sopralluogo, smontato il quadro dalla cornice che ne impediva parzialmente l’osservazione, sono state rilevate diverse problematiche: un cretto molto accentuato che faceva temere per la stabilità della pellicola pittorica, varie ridipinture di qualità discontinua, alcune toppe sul retro che nascondevano lacerazioni, lesioni recenti mai sanate e maldestramente occultate. In fase di restauro si è valutato utile un approfondimento diagnostico con tecniche non invasive (UV-IR) per meglio comprendere le diverse fasi di lavorazione dell’opera. Benché le osservazioni a occhio nudo e alcune valutazioni tecniche avessero già permesso di ipotizzare vari interventi e ripensamenti del pittore, anche a distanza di anni, le analisi UV e IR hanno confermato queste ipotesi permettendo di supportare le scelte di restauro con dati scientifici. Si è scelto quindi di rimuovere solo l’ultima ridipintura che disegnava uno sgraziato arco a tinta verde sopra la figura, andando ad offuscare il bellissimo cielo azzurro e costringendo la Pensierosa in uno spazio angusto. Si sono invece conservati i ripensamenti e adeguamenti dimensionali della tela operati da Bresciani.
“Senza lavoro” di Ramazzotti
La scultura, da anni collocata sul ballatoio dello scalone nobile del Broletto, in un ambiente semiconfinato soggetto a un clima non idoneo, umido e freddo, presentava alcuni dissesti strutturali e una patina di sporco tenace; l’umidità aveva finito per inglobare alla superficie polvere e sporco atmosferico, rendendola grigia e opaca. È stata condotta un’accurata ed equilibrata pulitura, scegliendo tuttavia di conservare le tracce di colore rosso/arancio presenti in diversi punti. Si tratta probabilmente di residui dell’argilla utilizzata per trarre il calco per la fusione del bronzo finale, che purtroppo non è noto, significativi proprio perché documentano l’uso del gesso. La vivacità della superficie, che accoglie e riflette la luce in modo quasi impressionista e l’espressione fiera del lavoratore fanno di questo gesso preparatorio un’opera d’arte compiuta la cui nuova collocazione ne consentirà la corretta fruizione.